Romeo e Giulietta

Rappresentato al Teatro Argot Stagione 1995-96

di W.Shakespeare

regia di Maurizio Panici

con Valerio Mastandrea, Micol Pambieri, Marco Giallini, Rolando Ravello, Alessandra Costanzo 

scene e costumi Tiziano Fario 

musiche originali Massimo Nunzi 

luci Mirko Coletti 

con  Valerio Mastandrea/Massimiliano Franciosa nel ruolo di Romeo

Micol Pambieri nel ruolo di Giulietta; Bruno Armando; Alessandra Costanzo; Rolando Ravello; Marco Giallini Pietro Genuardi Concita Vasquez Fulvio Falzarano; Marco Minetti; Maurizio Pangallo; Sebastiano Vinci; Fabio Ferri; Lisio Castiglia 

i Musici: Massimo Nunzi – tromba; Antonio Iasevoli – chitarra; Ruggero Artale – percussioni 

Storie d’oggi, ma anche storie del passato: al centro di un mondo dove gli adulti sono sempre più distanti dai ragazzi e dove i giovani si fronteggiano e si battono per noia, due “senza pelle” decidono di amarsi, di esporsi, offrendosi quindi come inconsapevoli vittime sacrificali di una possibile riconciliazione. 

Tutto questo è Romeo e Giulietta, la più grande storia d’amore moderna rappresentata 400 anni fa, ma così tragicamente attuale. Pur rispettando profondamente la struttura narrativa del testo, ed anzi riportandolo ad un vigore verbale mitigato in versioni precedenti, è inevitabile adattarlo per raggiungere una comunicazione “diretta” ad un pubblico vasto e “popolare”. Compare in questo spettacolo la figura di un “narratore / coro”, recuperato dalla grande tragedia elisabettiana, testimone e al tempo stesso protagonista della tragedia: Frate Lorenzo, costruttore di atmosfere, evocatore di paesaggi, testimone dei fatti. Il suo ruolo è così intimamente connesso con la trama musicale che dà senso vitale e compiuto a tutto lo spettacolo. La musica infatti è elemento fondamentale per parlare direttamente al “cuore”; è di volta in volta antica, violenta, tenera, poetica e sollecita lo spettatore a seguire una recitazione riconsegnata al suo ruolo principe: raccontare una grande storia d’amore in un contesto di sentimenti primordiali e violenti quali il mondo delle due famiglie veronesi.

I ragazzi hanno l’età dei protagonisti della storia; si battono con foga, amano nello stesso modo, si scherniscono, si deridono ma quando la morte arriva cambiano, maturano, diventano uomini: una storia magica che racconta direttamente della nostra umanità come solo sa fare un grande poeta, forse tra tutti il più grande.

(Maurizio Panici)