Italia Germania 4 a 3
Rappresentato al Teatro Argot Stagione 1987-88
di Umberto Marino regia Sergio Rubini con Fabrizio Bentivoglio, Margherita Buy, Ennio Coltorti, Mattia Sbragia Ideazione Scenica Maria Alessandra Giuri Realizzazione Scenica Tiziano Fario Luci Franco Ferrari Musiche Di Antonio Di Pofi Assistenti Alla Regia Roberta De Santis e Loredana Scaramella Direttore Di Scena Mariano Renzillo Macchinista Piero Tempestati Elettricista Paolo Micheluzzo Foto Paolo Porto Ufficio Stampa • Public Relations Teresa Gatta Progetto Artistico Coltorti • Marino • Rubini Organizzazione Maurizio Panici
È una calda sera d’estate, tre vecchi amici si ritrovano per celebrare un puro rito da “Italian graffiti”: rivedersi dopo 17 anni la famosa partita Italia-Germania del Mundial messicano 1970. Ma i tempi del liceo sono lontani, quella che doveva essere una rievocazione allegramente nostalgica si trasforma nell’occasione di un bilancio del tempo trascorso con forti chiaroscuri. Non che nelle vite dei tre attuali trentenni si nascondano grandi drammi, ma ciascuno ha i suoi problemi e grattacapi.
Il padrone di casa, bancario apparentemente appagato che ha sposato la più avvenente e ricca della scuola, viene preso da una crisi nervosa quando scopre che la moglie lo ha, in effetti, piantato da due mesi. C’è, poi, il pubblicitario di successo, yuppie rampante pieno di quattrini e di donne usa e getta, che passa la giornata a ingoiare pillole per curare una rovinosa colite e vari altri disturbi psicosomatici. Il terzo, professore di scuola media in periferia, aspirante scrittore, faccia da rassegnato, ha alle spalle un anno di carcere per avere spaccato la testa a un poliziotto con un sanpietrino.
A loro modo i tre giovanotti sono delle esemplari figure della generazione del post-Sessantotto: goliardia e ambizioni rivoluzionarie che sono via via rifluite in una condizione esistenziale dai risvolti morali mediocri.
Se l’orizzonte è grigio, non rimane allora che rimettersi davanti alla TV per godersi le ultime battute della partita più bella della propria vita e risentire la voce emozionata di Martellini che urla:”non finiremo mai di ringraziare i nostri azzurri per la felicità che ci hanno dato”.