ARGOT_40

Argot Studio stagione 2024/2025

direzione artistica Francesco Frangipane e Tiziano Panici

in collaborazione con Pierfrancesco Pisani 

Opera a cura di Leonardo Crudi 

È sempre stato facile per me tenere il conto degli anni: l’Argot nasce nell’ottobre del 1984, io nell’ottobre del 1985. Se qualcuno mi chiede se sono nato prima io o il teatro, la risposta è semplice.

Una domanda che spesso mi è stata fatta nel corso degli anni è: cosa significa per te essere nato dentro un teatro? 

La risposta non è così banale. Spesso dico che è una condanna a ricordare. Ricordo tutti i titoli, gli interpreti, gli autori e le produzioni che sono state realizzate nel corso di questi anni.

Questo è il terzo decennale che mi trovo a curare per Argot, almeno in parte. La prima volta avevo appena diciott’anni e l’Argot festeggiava a Villino Corsini, l’attuale Casa dei Teatri di Roma, la sua prima mostra. Per i trenta eravamo al Teatro di Villa Torlonia, ed ero già responsabile artistico dell’Argot Studio, insieme a Francesco Frangipane. Curai una parte considerevole della mostra al fianco di Tiziano Fario e Manuela Giusto e ovviamente a fianco di mio padre, Maurizio Panici.

Essere arrivato fino a qui mi sembra di per sé un traguardo straordinario. Credo sia importante celebrare un evento di questo genere per tenere viva la memoria, nel rispetto di tutte quelle persone, artisti e spettatori, registi e autori, tecnici, maestranze, organizzatori, critici e operatori, che nel corso di questo tempo hanno condiviso una casa in comune e insieme a noi l’hanno tenuta aperta. Ne hanno condiviso le gioie e le difficoltà. In questi quarant’anni il mondo è cambiato. L’arte,  la cultura, i teatri sono cambiati e senza dubbio è cambiata molto anche la nostra città, Roma. Tenere aperto uno spazio come l’Argot oggi, nel cuore della città eterna, è di per sé un atto rivoluzionario.

Per organizzare questa mostra abbiamo dovuto fare un lavoro di estrema sintesi che forse risulterà insufficiente agli occhi di molti, eppure ha richiesto mesi di elaborazione, cura e dedizione. E anche se la scelta di questo racconto è parziale, Argot non dimentica nessuno. Speriamo solo di poter avere un giorno una casa più grande per poter contenere tutte le storie che abbiamo raccolto nel corso degli anni. 

Ho chiesto ad un giovane dal cuore appassionato e dalla memoria antica di prendersi cura di questa mostra: Leonardo Crudi è un’artista che nasce per le strade di questa città. Come molti della mia generazione cresce tra graffiti, tag e musica hip-hop e vive sulla sua pelle l’evoluzione della metropoli.  

Eppure la sua arte parte da lontano prendendo spunto da maestri ormai dimenticati come Mambor o Viktor Cavallo o Remo Remotti: artisti, poeti, attori, outsider che hanno vissuti gli anni delle avanguardie e che sono confluiti poi nella storia di spazi come l’Argot, le famose “cantine”, che oggi sono ormai in via di estinzione. 

Per descrivere tutto questo c’è una parola che risuona in me e ha ancora un grande valore: Avant-garde! Sembra un grido di battaglia. Un urlo che l’arte stessa innalza da anni incurante dello scorrere del tempo e che ci chiede soltanto di resistere.

 

Nota del curatore Tiziano Panici – direzione artistica Argot Studio