Uomini senza donne
Rappresentato al Teatro Argot Stagione 1993-94
testo e regia di Angelo Longoni con Alessandro Gassmann, Gianmarco Tognazzi
Scene di Alessandro Chiti Costumi di Sandra Renzi Consulenza drammaturgica e aiuto regia di Massimo Sgorbani Luci Stefano Martino Assistente scenografo Cristina Guidi Assistente costumista Rita Gianini Realizzazione scene Scenografia Archimede Materiale elettrico e fonico L.A. Service Foto Marco Delogu Ufficio stampa: Serena Grandicelli e Riccardo Rossi Organizzazione Massimo Tamalio Organizzazione generale Franco Clavari e Maurizio Panici
L’uomo alto scrive spot pubblicitari e sceneggiature. L’uomo basso suona il sax.
L’uomo alto è elegante e atletico. L’uomo basso è trascurato e soffre di mal di stomaco.
L’uomo alto ha successo con le donne. L’uomo basso no.
L’uomo alto aspetta una telefonata. L’uomo basso riceve una telefonata.
L’uomo alto… L’uomo basso…
Uomini senza donne è una commedia amara e divertente che affronta l’inadeguatezza, la confusione e le incapacità dei trentenni di vivere in modo equilibrato e maturo i sentimenti e l’amore. È la storia di due uomini, una strana coppia buffa e mal assortita, due “creativi”, un pubblicitario e un sassofonista, due scapoli che convivono e che fanno delle donne il loro principale argomento di conversazione.
Il pubblicitario è estroverso, bello, aitante, salutista, fortunato con le donne, sicuro di sé un po’ cinico, pratica il pugilato a livello dilettantistico.
Il sassofonista è ombroso, timido, nevrotico, autoironico, autolesionista, trascurato e con una forte tendenza all’alcolismo.I due convivono temporaneamente nello stesso appartamento, dividendo comicamente una vita mal organizza-ta, contraddistinta da un continuo e reciproco interrogarsi su tutto ciò che riguarda l’altro sesso.
Ma l’amicizia è minata da una profonda immaturità, dall’incapacità, quasi fisiologica, di essere felici e sereni. Il finale è avvolto da un cinismo disarmante. La paura di essere veramente se stessi e di seguire le loro autentiche emozioni spinge i due amici ad uno scontro finale che li rende impotenti e attoniti di fronte alle proprie debolezze e incapaci di reagire alla meschinità della loro vita affettiva.