2-4 e 9-11 dicembre
IN ALTRE PAROLE 2022
Rassegna internazionale di drammaturgia contemporanea
6 giorni per conoscere testi inediti, provenienti da 5 paesi e regioni diverse, pronti a salire, come già avvenuto per molti altri proposti in passato, sui palcoscenici di tutta Italia; 6 giorni di incontri, dibattiti e spettacoli portati in scena, per la prima volta, da alcuni dei migliori artisti del panorama nazionale, in collaborazione con accademie di teatro tra le più prestigiose del territorio romano: per due weekend consecutivi, 2-4 e 9-11 dicembre, Argot Studio ospiterà In Altre Parole 2022 – Rassegna internazionale di drammaturgia contemporanea, ideata e diretta da Pino Tierno.
[…] Che con le sue parole un essere umano faccia qualcosa a un altro – lo educhi, lo innamori, lo spaventi…non è qualcosa di magico?… Siamo corpi occupati dalle parole. Che le parole possano scatenare una guerra o fermarla, che ci siano guerre per le parole, non le sembra magico? Le parole possono molto. Continuiamo?
Poche frasi tratte da Il Golem, uno degli ultimi folgoranti testi di Juan Mayorga, il grande drammaturgo spagnolo, per ribadire che la nostra rassegna continua fortemente a credere nel significato, nel peso e nel valore delle parole, anche nelle parole di scena. Le parole possono far male, certo ma possono anche aiutarci a comprendere e a comprenderci, a cambiare… Il teatro resta uno spazio privilegiato per questo umano gioco di scambio, di comunicazione. Se siamo pronti a prestare attenzione agli altri e alle loro parole, queste, quasi per magia, potrebbero attenuare, forse spegnere il loro potenziale velenoso. Abbinate all’ascolto (e al silenzio, quando occorre), possono avvicinare, ricongiungere. Guarire.
Ecco perché continua il viaggio nella drammaturgia di tanti paesi e perché ritorna, anche quest’anno, il nostro allenamento all’ascolto di altre parole. Parole che ci raccontano di sogni di un altrove poetico e risolutore, ma a volte anche illusorio e deludente, come in Facciamo le valigie! di Hanoch Levin, messinscena a cura di Annalisa Canfora con gli allievi della Scuola Stap Brancaccio (2 dicembre); parole che aiutano a riflettere su quanto a volte basti poco per sentirsi o essere percepiti come diversi, come accade in Intensamente azzurri di Juan Mayorga, lettura scenica proposta da María Angeles Torres, con Ugo Dighero (3 dicembre). Parole che ci aiutano a capire quanto siano importanti le parole stesse, quanto conti impararle e sapersene servire: è quanto si racconta in Lingua madre di Pino Tierno, a cura di Luciano Melchionna, con Maria Scorza e Raffaele Ausiello (4 dicembre).
Parole che addolciscono la lontananza dalla propria terra, che carezzano l’assenza dei nostri affetti: sono quelle che ritroviamo nel testo Cortocircuiti di Vladislava Fekete, messinscena a cura di Martina Glenda, con gli allievi della Scuola Teatro Azione (9 dicembre); Parole che sanano come medicine e rendono meno irti gli ostacoli che incontriamo sulla nostra strada: sono quelle pronunciate in A Saturno andata e ritorno di Marta Barceló, in una messinscena curata da Enrico Maria Lamanna con Gaia De Laurentiis (11 dicembre).
Ingresso gratuito con prenotazione obbligatoria scrivendo a info@teatroargotstudio.com o chiamando il numero 06 5898111.
Per partecipare alle attività culturali di Argot Studio è necessario effettuare il tesseramento con un contributo associativo di 3€ su www.teatroargotstudio.com/tesseramento o presso il botteghino prima dello spettacolo.
Programma In Altre Parole 2022
ISRAELE – Facciamo le valigie! di Hanoch Levin – 2 dicembre, 20h30
a cura di Annalisa Canfora con gli allievi della Scuola Stap Brancaccio, traduzione di Maddalena Schiavo
Tra le opere più famose del grande drammaturgo isareliano, il testo è una triste commedia sulla vita e sulla morte, popolata da un ampio spettro di personaggi pittoreschi, appartenenti a diverse famiglie che condividono lo stesso quartiere. Tra matrimoni infelici, rapporti familiari e sociali complicati, malattie e sofferenze, solitudine e desiderio d’amore, tutti sembrano stanchi delle proprie vite e vorrebbero andare altrove, in un posto che, secondo ciascuno di loro, sarà sicuramente migliore di quello in cui si trovano. Tutti vogliono scappare, cambiare casa o città, inseguire i propri sogni. Ma qual è davvero il posto in cui abitano i sogni? Chi ce la farà? Chi partirà per davvero? E chi invece partirà per un altro viaggio, abbandonando per sempre i propri sogni e la propria vita?
SPAGNA – Intensamente azzurri di Juan Mayorga – 3 dicembre, 20h30
a cura di María Angeles Torres, con Ugo Dighero, traduzione di Fabrizio Martorelli
Una storia di origine autobiografica che si muove tra immaginazione, sogno e realtà. Una folle e donchisciottesca metafora sull’affascinante avventura di provare a guardare il mondo come se fosse la prima volta, riflettendo su come ci vediamo noi e come ci vedono gli altri. Ma anche sul modo in cui viene concepita ogni forma di diversità. Un uomo, al quale si sono rotti gli occhiali da vista, decide di portare occhiali graduati da nuoto, di colore azzurro. L’atteggiamento degli altri, di fronte a questa ‘visione’, sarà di considerarlo un provocatore esibizionista, oppure una persona che ha bisogno di aiuto, o ancora come qualcuno meritevole di un’attenzione che prima non valeva la pena accordargli. Portare degli occhiali ‘strani’ può cambiare la percezione del mondo ma anche di noi stessi.
ITALIA – Lingua madre di Pino Tierno – 4 dicembre, 17h30
a cura di Luciano Melchionna, con Maria Scorza e Raffaele Ausiello
Cilento, anni ‘60. Teresa, sconvolta dal tradimento del marito, maestro elementare, decide di lasciare il paese e di scappare in campagna, insieme al figlio Giovanni, di 10 anni, per rifugiarsi nella casa abbandonata di un suo zio emigrato in America. La donna si è convinta che il marito l’abbia tradita non perché l’amante, anch’ella insegnante di scuola, sia più bella o più giovane, ma solo perché è più colta, mentre Teresa, da piccola, non aveva potuto terminare neanche le elementari. La donna decide che il figlio non dovrà mai subire le sue stesse umiliazioni e gli impone pertanto di imparare ogni singola pagina del dizionario che ha portato con sé. Questo esercizio della memoria accompagnerà Giovanni per tutta la vita e segnerà per sempre il suo rapporto con le parole e con la madre.
SLOVACCHIA – Corto Circuiti di Vladislava Fekete – 9 dicembre, 20h30
a cura di Martina Glenda, con gli allievi della Scuola Teatro Azione, traduzione di Carola Carpinteri, Silvia Cesi, Alessia Febbraro, Lianna Nobile e con la supervisione di Zuzana Nemčíková
Incontro con l’autrice 19h00
Una rete di telefonate e messaggi scritti cuce i rapporti di personaggi che vivono a chilometri di distanza. Lei, protagonista della narrazione, emigrata dalla Repubblica Serba, vive la crisi di chi non riesce a mettere radici in un nuovo luogo e al contempo nemmeno a riappacificarsi con le proprie origini. Questa condizione di dicotomia si concretizza nella difficile separazione dal suo compagno e nelle confidenze al suo migliore amico Milija, migrante come lei. Ma il disagio emerge anche nella difficoltà di relazionarsi con la quotidianità della madre e nel tentare di essere un sostegno per la famiglia dell’ amica Dara, completamente devastata dalle conseguenze di una guerra che ha costretto tante persone a lasciare la propria casa.
Cambi di scena – 10 dicembre, 17h30
Incontro fra drammaturghi di diversi paesi e traduttori teatrali per discutere insieme sulle varie opportunità di scambio e sulle specificità dell’adattamento per la scena.
SPAGNA – (Isole Baleari) A Saturno andata e ritorno di Marta Barceló – 11 dicembre, 17h30
a cura di Enrico Maria Lamanna con Gaia De Laurentiis, traduzione di David Campora
Incontro con l’autrice 19h00
La vita di Rosa, professoressa di mezz’età in una scuola superiore, è destinata improvvisamente a cambiare quando le viene diagnosticato un cancro al seno. Rosa condivide la notizia con gli studenti, in modo aperto. Poi con la madre, a fatica. Quello verso la guarigione è un percorso lungo e doloroso, e Rosa decide di affrontarlo con umiltà e ottimismo, senza rassegnazione ma senza eroismi. Circondata dall’affetto della famiglia e dalla solidarietà inaspettata di tante persone, la donna celebra questo viaggio con un monologo intimo e delicato, a tratti ironico e diretto, ma sempre profondamente umano, proprio di chi desidera combattere per la sua vita senza mai elevarsi al di sopra degli altri. Il viaggio sarà difficile e incerto ma Rosa è decisa a percorrere fino in fondo una strada che la condurrà anche a una nuova visione di se stessa.
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